“Le donne, i cavalier, l’arme e l’amore” scriveva il buon Ariosto in uno dei passi più citati dell’Orlando Furioso. Si tratta di una figura retorica che unisce e al contempo divide due concetti tra loro legati: le donne e l’amore da un lato, i cavalier e l’arme dall’altro. Questa premessa letteraria mi è balzata in mente quando ho deciso di scrivere su quattro temi tra loro collegati ma forse purtroppo ancora divisi: social e web da un lato, turismo e promozione dall’altro.
Tutto nasce dall’articolo apparso su Tech Economy “Una lettura in BigData del turismo italiano” (11/10/2016) che riporta i risultati del report di Alwawave e EY riguardo fruitori di servizi turistici e operatori dell’offerta turistica, turismo e social.
I dati interessanti sono molteplici, ma è importante sottolineare come
“L’interazione social nel 72,9% dei casi avviene nel corso del viaggio e ciò spiega perché la connettività sia un elemento così importante e la richiesta di wi fi così diffusa e imprescindibile. Il 24% del campione si connette per raccogliere informazioni e prenotare mentre, dopo il viaggio, il 2,2% si connette per lasciare giudizi sulle strutture. L’enogastronomia raccoglie il 22,3% delle conversazioni sul turismo in Italia, ma molto si parla anche di mobilità”.
L’altro lato della medaglia è l’approccio degli operatori turistici al mondo digitale che dovrebbe costituire parte preponderante del loro lavoro di promozione e non solo.
“Il 55% degli operatori dichiara di disporre di una connessione wi fi ma per per la promozione e l’interazione con i propri clienti preferisce modalità tradizionali. La percentuale di utilizzo di canali social si attesta ad un 34%. Anche la propensione agli investimenti in soluzioni digitali risulta molto bassa: solo il 7% pensa di realizzare un servizio di prenotazioni direttamente sul sito internet, il 9% intende dotarsi di un profilo social, mentre il 10% desidera mettere in campo servizi digitali per misurare la soddisfazione del cliente.”
Collegato al mondo al mondo turismo e social web, calza a pennello l’articolo apparso sul blog dedicato ai viaggi dell’Economist, ripreso da Internazionalee “Perché non paghiamo i nostri viaggi con il telefono”. Nell’articolo si pone l’accento sulla prenotazione del viaggio, che avviene in via maggioritaria su computer e sulla ricerca di informazioni sul viaggio stesso, affidata invece agli smartphone.
“Di sicuro non è una rivelazione il fatto che gli smartphone stanno cambiando il modo in cui viaggiamo. Li usiamo sempre più spesso per organizzare i nostri spostamenti, per esempio nel caso delle carte d’imbarco per gli aerei, per orientarci nelle città e perfino per entrare in contatto con degli sconosciuti durante i nostri viaggi. […] Tuttavia i viaggiatori sono ancora reticenti all’idea di prenotare un viaggio con lo smartphone. Secondo una recente ricerca di Wolfgang Digital, riportata da Skift, che ha preso in esame 87 milioni di sessioni web, il 57 per cento delle visite a siti di viaggio proviene da uno smartphone o da un tablet, mentre solo il 42 per cento arriva da un computer. Eppure, in termini di ricavi, il 67 per cento delle prenotazioni è effettuata da un computer.”
La situazione descritta è valida solamente in Occidente: nel 2017 infatti la regione dell’Asia Pacifico diventerà il più grande mercato digitale di viaggi grazie soprattutto alla Cina, paese in cui quasi tutte le operazioni, comprese quelle di pagamento, avvengono su smartphone. "Naturalmente i pagamenti da smartphone sono sicuri anche in occidente. Sembra però esserci un problema psicologico da superare prima che molti di noi si sentano tranquilli a servirsene per prenotare un aereo.” chiosano dall’Economist. Quale futuro dunque in Italia per il content web marketing nel settore turistico e destination marketing?
Sono Greta e mi occupo di Strategie di Comunicazione e Web Marketing per aziende, negozi, attività, enti, associazioni e liberi professionisti.