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04.19

Il cimitero delle Pagine Facebook

Quante volte navighi su Facebook e atterri su una pagina di negozio, brand o evento deserta, priva di contenuti, in altre parole….morta? Sai quante pagine di questo tipo esistono? In questo articolo ti parlo del “cimitero delle pagine Facebook”, perché si è creato e cosa dovresti fare per evitare di cadere anche tu in questa situazione.

Apriamo una pagina Facebook…e poi?

Da quando il social network di Mark Zuckenberg è entrato nelle nostre vite è passato ormai tanto tempo. Esattamente 13 anni nel momento in cui scrivo. La piattaforma è cambiata adattandosi alle nuove richieste del mercato ma soprattutto alle nuove esigenze degli utenti. L’introduzione delle pagine per i brand ha segnato l’ingresso in campo delle aziende e dei loro conseguenti investimenti. Le pagine Facebook non sono però state pensate esclusivamente per il mondo profit, ma hanno iniziato ad essere utilizzate anche nei campi più svariati, dalle rimpatriate di classe alle associazioni di volontariato, dai documentari ai personaggi inventati. Qualcuno ha poi creato il suo brand di successo proprio solo attraverso la creazione e gestione di una pagina sul social network blu.

Spesso l’apertura di una pagina Facebook è uno dei primi passi che si compiono nella comunicazione di un progetto. Ed è un errore. O meglio, nella maggior parte dei casi è un errore. Ti spiego perché.

La pagina Facebook non è un sito web

Parte del mio lavoro è la gestione dei social network: consigliarti di affidarti ad un professionista, almeno per una prima consulenza, è d’obbligo. Ma quello che desidero maggiormente è spiegarti perché si è creato nel tempo il cimitero delle Pagine Facebook. Ti faccio alcuni esempi. Hai creato una manifestazione con la tua associazione e per promuoverla decidi di aprire una pagina Facebook. La manifestazione ha successo e viene replicata per due, tre, quattro anni. Poi le condizioni vengono meno e la manifestazione non viene più organizzata. L’associazione, che ha una propria pagina Facebook, è però viva e vegeta e continua la sua attività. Altro esempio. Lanci un cortometraggio: per raccontare backstage, presentazione e vendita crei una pagina Facebok. Il periodo di hype finisce, tu crei un nuovo cortometraggio, con una nuova pagina…

Le pagine dei precedenti progetti rimangono desolate, prive di contenuti, non aggiornate, dimenticate. Custodi di una memoria che potrebbe scomparire da un momento all’altro. Mi piace sempre ricordare che oggi siamo su Facebook, ma domani questo social ci sarà ancora? Pensaci bene prima di affidare la comunicazione dei tuoi progetti esclusivamente ad un unico canale.

Le pagine social non sono siti web. Il sito è la tua “casa”: a cui puoi dare la forma che desideri, puoi aggiornare spesso o meno spesso, ma atterrato lì l’utente vedrà cosa tu vuoi fargli vedere. Se atterra su una pagina Facebook aggiornata l’ultima volta 3 anni fa potrebbe non capire o, peggio ancora, avere una cattiva impressione del tuo progetto.

La domanda è una sola: aprire una pagina Facebook per il tuo progetto è necessario? Ci sono altre strade, più efficaci, da percorrere?

Il segreto svelato: la multicanalità!

Nel 2019 la frase “tutto il mondo è su Facebook, dobbiamo esserci anche noi” non funziona più. Devi chiederti infatti se il tuo target di riferimento è su Facebook. Magari sì, ma forse è maggiormente presente su Linkedin, oppure su Instagram, oppure preferisce ricevere una comunicazione privata via Mail, WhatsApp, Telegram.

Devi metterti ben in testa che i social media sono solo uno dei molteplici strumenti che puoi utilizzare nella tua comunicazione. Prima di creare una pagina Facebook rifletti su quali contenuti utilizzerai, come la animerai, come coinvolgerai il tuo pubblico in modo efficace.

Non basta infatti aprire una pagina, devi anche gestirla, sia in maniera organica che tramite le ADV. Altrimenti diventerà solo una delle tante lapidi nel cimitero delle pagine Facebook.

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Greta Cavallari

Sono Greta e mi occupo di Strategie di Comunicazione e Web Marketing per aziende, negozi, attività, enti, associazioni e liberi professionisti.

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